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Il contagio attraverso i sistemi di ventilazione: una realtà sottovalutata

Continuano ad aumentare gli studi epidemiologici sui mezzi di diffusione in merito al SARS-CoV-2. Più il tempo passa e sempre un maggior numero di pubblicazioni scientifiche confermano ciò che già si sospettava: il maggior veicolo negli ambienti indoor è dovuto ai sistemi di ventilazione e trattamento dell’aria.

Come conferma anche un recentissimo studio in fase di pubblicazione, Lu J, Gu J, Li K, Xu C, Su W, Lai Z, et al. COVID-19 outbreak associated with air conditioning in restaurant, Guangzhou, China, 2020. Emerg Infect Dis. 2020 Jul [date cited]. https://doi.org/10.3201/eid2607.200764 accessibile anche dal portale CDC americano a questo link, è stato dimostrato che il vapore acqueo della respirazione (microgocce inferiori ai 5 micron) di un soggetto positivo al coronavirus presente all’interno di un ristorante sia rimasto sospeso nel flusso generato dal sistema di condizionamento, andando ben oltre la normale distanza di sicurezza raccomandata ed arrivando direttamente agli altri avventori presenti, i quali hanno poi sviluppato i sintomi della malattia.

Questo aspetto è di primaria importanza e da non sottovalutare – ne abbiamo già parlato ampiamente anche in questo e questo articolo sul nostro sito – anche e soprattutto in questa delicata fase di inizio ripresa delle attività.

Il principio fondamentale da tenere presente è che ogni attività disanificazione e disinfezione, sia essa di ambiente o di superfici, deve sempre essere preceduta da una corretta attività di pulizia con metodi adeguati. Secondo questo principio, anche tutti i sistemi di trattamento aria e ventilazione devono sempre essere puliti e bonificati prima di procedere all’attività di disinfezione degli impianti stessi ma anche degli ambienti in cui operano essi stessi.

 

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